L’autosabotaggio è il paradosso della nostra mente: vogliamo un obiettivo, ma inconsciamente lo temiamo. Superarlo non è questione di forza di volontà, ma di consapevolezza, strategia e riconciliazione interna
Ti è mai capitato di desiderare ardentemente di raggiungere un obiettivo, ma di trovarti poi a fare di tutto per non arrivarci? Forse rimandi costantemente, o magari ti impegni in mille attività frenetiche che però non ti avvicinano minimamente al risultato sperato? Se sì, stai probabilmente sperimentando l'autosabotaggio
Questo stato è incredibilmente comune. Vogliamo qualcosa a livello cosciente, ma un meccanismo interno, spesso inconscio, ci ostacola. Questo comportamento, che a volte non riconosciamo nel momento stesso in cui lo mettiamo in atto, ci impedisce di concentrarci sulle azioni chiave che porterebbero ai risultati desiderati.
L'autosabotaggio è un meccanismo psichico inconscio. È come se una parte di noi volesse una cosa, ma un'altra parte ci spingesse in direzioni diverse

Si manifesta principalmente in due modi estremi:
· La Procrastinazione: Il rinvio infinito delle azioni necessarie.... È uno stato di inattività dove le cose vengono posticipate, a volte per settimane, mesi o persino anni, anche se l'azione richiesta potrebbe durare solo pochi minuti. Questo toglie energia perché i compiti non completati restano nella nostra attenzione, a volte generando senso di colpa.
· L'Imitazione di un'Attività Frenetica: Siamo impegnati in tantissime cose, diamo l'impressione di lavorare sodo, ma le azioni non sono quelle mirate al raggiungimento dell'obiettivo. L'esempio potrebbe essere un esperto che crea contenuti all'infinito senza però mostrare la sua competenza o vendere, o chi pianifica dettagliatamente senza mai agire. Sembra di essere un criceto sulla ruota: molto movimento, zero risultati.
Entrambe queste strategie portano a un'assenza di risultati. Altri modi in cui l'autosabotaggio si manifesta includono la costante distrazione (verso problemi altrui, hobby, intrattenimento), o in casi estremi, forme di dipendenza. Ironia della sorte, anche il lavorismo eccessivo il non concedersi riposo e recupero, può essere una forma di autosabotaggio. La mente inconscia, volendo evitare l'obiettivo (perché associato a qualcosa di spiacevole), può spingerci a lavorare così tanto da esaurirci e farci perdere il desiderio di raggiungerlo. Altri meccanismi includono la pianificazione irrealistica (impostare troppi compiti per fallire) o il perfezionismo (spendere troppo tempo su un piccolo dettaglio).
In sostanza, l'autosabotaggio è qualsiasi azione o inazione che ci allontana dal nostro obiettivo.
La Causa Profonda: Il Conflitto Interno
La radice dell'autosabotaggio è un conflitto interno. Una parte di noi (tipicamente quella conscia) desidera fortemente un risultato (es. perdere peso, essere popolare) associandolo a benefici (es. sentirsi più belli, più sicuri). Ma una parte inconscia associa a quello stesso obiettivo dolore, tensione, disagio o altre sensazioni spiacevoli. Ad esempio, perdere peso potrebbe essere inconsciamente collegato alla perdita dell'unica fonte di piacere rimasta (es. cibo). Essere popolari potrebbe essere associato alla paura della critica, dell'invidia, o del giudizio.
L'inconscio teme queste esperienze e, per evitarle, attiva il sabotaggio. E l'inconscio vince sempre, perché costituisce il 95% della nostra psiche (contro il 5% della coscienza). Se l'inconscio non vuole qualcosa, non accadrà. Per questo, se un obiettivo non si realizza, la causa è quasi sempre nell'inconscio.
Due Motivi Fondamentali Guidano le Nostre Azioni
Ogni nostra azione, grande o piccola, è guidata da due soli motivi:
- Evitare il dolore: Il desiderio di sfuggire al disagio, alla tensione, alla paura, allo stress o ad altre sensazioni spiacevoli. È il "bastone ".
- Ricercare il piacere: Il desiderio di raggiungere qualcosa che ci piace, obiettivi, visioni, ricompense. È la "carota".
Se desideriamo fortemente qualcosa a livello cosciente ma non agiamo, significa che associamo a quell'obiettivo un qualche tipo di dolore o disagio che stiamo cercando di evitare con la nostra inazione. L'autosabotaggio è una strategia inconscia per non confrontarci con esperienze emotive negative che non riusciamo a gestire o superare.
L'Autosabotaggio è la nostra caratteristica naturale
È fondamentale capire che l'autosabotaggio o la resistenza interna è assolutamente normale. Senza questo meccanismo, non potremmo introdurre nulla di nuovo nella nostra vita. La nostra psiche è programmata per mantenerci in uno stato di stabilità e sicurezza, dove tutto è conosciuto. Il nuovo comporta sempre un rischio.
Quindi, se ti poni un nuovo obiettivo o desideri un risultato mai raggiunto prima, preparati all'autosabotaggio. È una configurazione di base della psiche e accade a tutti. La differenza sta nella capacità di affrontarlo e superarlo. Questa capacità è una competenza che si può sviluppare.
L'Algoritmo Efficace per Uscire dall'Autosabotaggio è:
- Capire la Causa ed Eliminarla: Questo è il punto più cruciale. Finché la causa (il conflitto interno, l'emozione negativa evitata) non viene risolta, il sabotaggio continuerà perché è un processo inconscio. Nessuna motivazione conscia o pianificazione forzata funzionerà se l'inconscio resiste.
- Lavorare sul Proprio Stato: In parallelo, è vitale prendersi cura del proprio stato emotivo e fisico. Essere riposati e avere risorse permette di affrontare meglio gli ostacoli e le paure. È consigliato integrare il riposo nel proprio programma regolarmente, non come un'opzione residuale. L'azione stessa genera energia; l'inazione la toglie.
- Continuare con Piccoli Passi: Nonostante intoppi o ricadute, è importante non fermarsi del tutto. Anche piccoli passi, aiutano a mantenere lo slancio. Uscire completamente dalla "rotaia del fare" rende molto difficile rientrarci.
Purtroppo, la nostra psiche è fatta in modo che sia quasi impossibile vedere da soli le cause dei nostri sabotaggi inconsci. Questo richiede un livello eccezionalmente alto di consapevolezza e onestà con sé stessi. La psiche ci impedisce di vedere questi blocchi perché vederli porterebbe a cambiamenti nella vita, e la psiche vuole mantenere la stabilità a tutti i costi. Come dice antico proverbio: “nel proprio occhio è difficile vedere anche la trave"
Nonostante la difficoltà, è possibile arrivare a buon punto con il coaching o auto coaching. Ci sono domande che possono aiutare nell'auto-esplorazione per identificare i benefici che otteniamo rimanendo nella situazione attuale.
Chiediti:
- Cosa di buono ottengo non facendo questo? (Es. Evito la paura, la tensione, la critica, rimango in uno stato emotivo positivo, non mi stresso).
- Cosa evito non facendo questo? (Es. Dolore, tensione, stress, critica, invidia, vergogna)
Rispondendo a queste domande, puoi iniziare a scoperchiare le "convenienze" dell'inazione o inattività. Tuttavia, è facile ingannare sé stessi inconsciamente, per questo meglio sempre essere affiancati da un professionista.
Cambiare il Focus: Dal Dolore al Piacere
Una volta che inizi a capire la causa, un passo fondamentale è spostare il focus dall'evitare il dolore al ricercare il piacere associato all'azione e al risultato. Se un compito ti è sgradevole (es. burocrazia per un viaggio) o fa paura (es. parlare in pubblico), consideralo il "prezzo da pagare per il risultato" Accetta che ci sarà del dolore o del disagio, ma concentrati intensamente sul piacere che otterrai raggiungendo l'obiettivo: le sensazioni positive, le esperienze, l'orgoglio, la realizzazione. Associa l'inazione alla sofferenza per ciò che perdi.
Altri Strumenti Utili
- Delega: Se un compito necessario per il tuo obiettivo non ti piace ma può essere delegato, fallo! Questo libera la tua energia per ciò che ami fare e permette ad altri (che magari amano quel compito) di aiutarti nel tuo percorso.
- Elimina il "Devo": Riconosci che non "devi" fare nulla! Puoi scegliere di non agire, ma devi essere pronto ad affrontarne le conseguenze. Riformula l'azione come una tua scelta: "Non devo farlo, ma scelgo di farlo". Questo può ridurre la resistenza interna.
- Riflessione Quotidiana: Alla fine della giornata, chiediti: "Cosa ho evitato di fare oggi e perché?" Questo aiuta a portare alla consapevolezza le azioni evitate e i motivi sottostanti.
Un professionista (come psicologo o coach) può aiutarti a identificare le azioni chiave, riconoscere la resistenza ad esse, eliminare gli ostacoli interni e concentrarti sui risultati. Questo lavoro, che combina strategia d'azione e gestione emotiva, può portare a risultati molto più rapidi perché rimuove i blocchi interni che ti impediscono di agire.
In Conclusione
Il filosofo Cicerone diceva che l'uomo è spesso il suo peggior nemico e l'autosabotaggio ne è la dimostrazione.
Comprendere il meccanismo per cui la nostra mente inconscia ci ostacola (spinta dal desiderio di evitare dolore associato all'obiettivo) è il primo passo. Abbiamo a disposizione strumenti base (capire la causa, gestire lo stato, agire a piccoli passi, cambiare focus, delegare, riflettere) per iniziare a superare questo conflitto interno.
Diventare amico di te stesso, riconciliando le parti in conflitto della tua psiche, ti permetterà di muoverti in modo più integro e focalizzato verso i risultati che desideri e che, in realtà, meriti già da tempo. Ricorda, superare l'autosabotaggio è una skill che si può apprendere, e anche se il percorso può essere complesso da soli, ci sono modi per renderlo più semplice e veloce.